Joel Pohjanpalo, il bomber capitano e trascinatore alla carica: «Vogliamo il sogno, ho un forte legame con la città e mia figlia è già veneziana»

Giovedì 25 Aprile 2024 di Marco Bampa
Joel Pohjanpalo, il bomber capitano e trascinatore alla carica: «Vogliamo il sogno, ho un forte legame con la città e mia figlia è già veneziana»

VENEZIA - Sorriso rilassato, il thermos colmo di caffè in mano, la battuta pronta, come quando si fa trovare puntuale in area all'appuntamento con il gol. «No, non è una birra» giura. «O almeno è quello che dico a tutti» aggiunge subito ridendo. Joel Pohjanpalo si gode il momento: il Venezia all'inseguimento del Grande sogno (leggesi Serie A), lui che guarda tutti dall'alto nella classifica dei marcatori di B (20 centri, già uno in più dell'anno scorso), la figlia Penelope che lo ha appena reso papà. E la convinzione che, sotto sotto, il bello deve ancora arrivare.
«Stiamo disputando una bellissima stagione - concorda il 29enne attaccante finlandese, capitano dell'allegra brigata di Vanoli pronta a dare l'assalto al secondo posto in classifica nelle ultime 4 gare di campionato, iniziando dal big match di domani sera con la Cremonese -, anche se in realtà stiamo proseguendo un percorso iniziato già l'anno scorso.

Anche a livello personale sono molto soddisfatto, il desiderio ora è di spingere sino alla fine. Spero che i miei gol servano alla squadra per raggiungere un grande risultato. Li dedico naturalmente a mia figlia Penelope, nata da poco».

Venti gol (e 3 assist), titolo dei cannonieri in tasca: è la miglior stagione di Pohjanpalo giocatore?
«Sicuramente, se sei un attaccante, quando segni tanto significa che stai andando bene. E questo nonostante abbia perso quattro partite a causa di un infortunio, dunque sono contento del mio rendimento. Un attaccante è valutato per la capacità di fare gol e sotto questo profilo direi di sì, è senz'altro la mia stagione migliore. L'anno scorso ho segnato quasi lo stesso numero di gol, ma quest'anno è stato tutto più difficile, perché ora le difese avversarie mi conoscono, hanno studiato il Venezia e il nostro modo di giocare, dunque ripetersi non era per niente scontato» .

Cosa manca ora per toccare con mano il Grande sogno di cui parlare sempre Vanoli?
«Intanto è stato importante assicurarsi un posto nei playoff, ma non è un segreto che vogliamo realizzare il nostro sogno. Dunque faremo di tutto nelle ultime quattro partite, a partire da quella con la Cremonese, per provare ad arrivare secondi. Ma in caso non ci riuscissimo siamo pronti a riprovarci ai playoff ea dare il massimo anche lì. Venerdì (domani, ndr) c'è una gara molto importante, davanti al nostro pubblico e sappiamo quanto siano importanti i 3 punti per tenerli distanti, perché anche la posizione conta nei playoff. Inoltre vogliamo mettere pressione a Como e Parma che sono davanti a noi».

C'è nell'aria un nuovo pienone al Penzo per la partita con la Cremonese, con oltre 9.000 biglietti già venduti: è un punto di forza in più avere un pubblico così caldo?
«Sì, ho letto i numeri della prevendita. Apprezziamo molto il grande supporto che i tifosi ci hanno dato nel corso di tutta questa stagione. Sappiamo bene che può essere un grande vantaggio avere la spinta del pubblico, specie in una partita così importante».

Tu con Venezia hai legato in modo particolare: potrebbe essere l'ultima tappa della tua carriera? I tifosi non vorrebbero vederti partire
«In questo momento sono molto felice qui, sapete qual è il mio forte legame con la città ed i tifosi. Ho un contratto molto lungo, che ho rinnovato recentemente nei mesi scorsi. Questi sono i fatti: poi si sa che nel calcio le cose succedono in fretta ed è impossibile conoscere il futuro. Però al momento io e la mia famiglia stiamo molto bene in laguna, sono stati due anni magnifici. E semmai un giorno dovesse esserci un cambio, dovrà essere per qualcosa di unico, di veramente speciale per convincermi a cambiare. Ma sono cose a cui ora non voglio pensare, sono concentrato su questo finale di stagione: il mio desiderio è cercare di dare una soddisfazione alla città di Venezia».
Anche perchè tua figlia, essendo nata a Venezia, non pagherà mai il biglietto d'ingresso: bel privilegio, no?
«In effetti (ride) Penelope è la più veneziana della mia famiglia».

Qual è il segreto di questa squadra, passata dal penultimo posto dell'anno scorso a giocarsi la serie A?
«Si è vista l'influenza di Vanoli: ha portato una struttura e un'organizzazione di gioco, prepara meticolosamente ogni partita ed ha costruito la squadra sfruttando al meglio le caratteristiche di ogni giocatore. I grandi meriti vanno a lui e al suo staff, ma anche ai giocatori: stiamo lavorando a livelli altissimi, con tanti giovani e individualità forti, anche se alla fine nel calcio è il gruppo che vince. Ed in questi 18 mesi siamo diventati squadra».

Superata la delusione per la mancata qualificazione all'Europeo con la Finlandia?
«In effetti la delusione è stata grande, ci tenevamo molto a qualificarci. Sapevamo che battere il Galles non era facile e comunque dopo ci sarebbe stata la finale con la Polonia, altra avversaria difficile. Ha vinto la squadra migliore, complimenti a loro. Ma ora consideriamo alle prossime gare di Nations League, dovremo giocare a Wembley un match molto prestigioso e per me sarà la prima volta».

Nella Cremonese non ci sarà Johnsen: più contento o più dispiaciuto?
«Siamo tutti delusi in realtà. Dopo la vittoria col Lecco, la prima cosa che ho visto è che aveva preso il quinto giallo, così gli ho mandato un messaggio scherzoso chiedendogli se l'aveva fatto apposta, perché aveva paura di incontrarci. Mi ha risposto con un video, dicendomi che l'ammonizione non aveva nessun senso. È un amico, una grande persona e sarebbe stato bello giocarci contro. Ma indubbiamente, essendo un giocatore forte e importante per la Cremonese, per noi è un vantaggio che non ci sia».

Ultimo aggiornamento: 09:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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