Maxipolo di Casale, il Comune blocca il progetto: «Non ci sono le condizioni». Sfuma l'arrivo di Amazon, Zalando e FedEx

Mercoledì 24 Aprile 2024 di Mauro Favaro
IL PROGETTO L’area dove dovrebbe sorgere il maxi polo della logistica. Nel tondo una seduta del consiglio comunale di Casale (archivio)

CASALE (TREVISO) - Qualcuno ci vedeva sogni di gloria. All’inizio si parlava dello sbarco di Amazon, che poi ha preferito Roncade, e di seguito di altri colossi come Zalando, FedEx e così via. Invece ora la corsa è finita per il maxi polo logistico di Casale. La giunta Golisciani ha definitivamente bloccato il progetto per la costruzione del complesso con tre grandi capannoni e parti direzionali nell’area da 500mila metri quadrati tra il Passante, vicolo Cristoforo Colombo e via Abbate Tommaso. «Una scelta coerente con quanto abbiamo ribadito fin dall’inizio: manca la condizione fondamentale per procedere, ovvero il pieno accordo tra i privati», spiega il sindaco Stefania Golisciani.

I ricorsi

Dopo 7 anni di discussioni, proteste dei comitati e una campagna elettorale per le comunali al vetriolo, ieri la giunta ha dichiarato l’improcedibilità. Lì non si costruirà più nulla, almeno per il momento. I proponenti, però, non ci stanno. E annunciano ricorsi. «Stiamo già valutando con i nostri legali tutte le possibili azioni», mette in chiaro Enzo Zugno, riferimento della Parcotematico Srl, la società che ha raccolto i proprietari delle aree. La commissione regionale aveva anche dato il via libera a livello ambientale, pur specificando che la responsabilità sul rispetto della legge contro il consumo di suolo restava in capo al Comune. Ma non è bastato. In dicembre il sindaco aveva lanciato un ultimatum ai proponenti.

Questi avevano risposto con un piano aggiornato. Le visioni, però, sono rimaste diverse. Il Comune evidenzia che i proprietari non hanno mai trovato la quadra sulla piena disponibilità delle aree. Tra l’altro quasi il 40% del fondo, poco meno di 190mila metri quadrati pignorati alla Società trevigiana finanziaria, è già andato all’asta per tre volte (l’ultima il 9 aprile, con un prezzo di partenza complessivo di 4,8 milioni), senza trovare un acquirente. Mentre i proponenti specificano che, in modo diretto o per procura, si era già arrivati alla piena titolarità delle aree. Da qui l'idea dei ricorsi.

Il sindaco

Intanto si volta pagina. «Ci siamo sempre pronunciati a favore di questo progetto per i benefici che avrebbe potuto portare in termini di sviluppo economico e occupazione, oltre a un notevole introito per le casse comunali. Ma fin dall’inizio abbiamo posto una condizione imprescindibile: che tra i privati vi fosse la piena disponibilità dell’intera area e conseguentemente un pieno accordo – sottolinea Golisciani – quest’ultima condizione, purtroppo, non si è mai realizzata. Alcuni dei soggetti privati coinvolti non hanno sottoscritto lo schema di convenzione urbanistica e la documentazione progettuale. Mancando ad oggi la condizione fondamentale e necessaria per procedere, quindi, abbiamo deciso di respingere definitivamente la proposta».

Le opposizioni

«Meglio tardi che mai: da due anni diciamo che non c’erano i presupposti – punge Lorenzo Biotti, consigliere di opposizione – oltre all’impatto ambientale, anche i vantaggi economici sarebbero stati pressoché inesistenti. Peccato aver perso tempo e aver messo paletti ai bilanci». Inizialmente era stato stimato un “beneficio pubblico” addirittura di 5 milioni, tra perequazione, oneri, Imu arretrata e così via. Soldi che non arriveranno più. «Adesso bisogna dire che le opere annunciate, dal porticciolo alla pista ciclabile, non verranno più fatte – aggiunge Biotti – chi è arrivato a questo punto dovrebbe chiedere scusa ai cittadini». «Non poteva esserci regalo migliore e più azzeccato per la Festa di Liberazione - sostiene Nicolò Mosco (Pd) - Quando il sindaco dice: "Ma fin dall’inizio abbiamo posto una condizione imprescindibile, ovvero che tra i privati vi fosse la piena disponibilità dell’intera area e conseguentemente un pieno accordo" non dice il vero: tale condizione sull'area è presente dal precedente Piano Norma che, a seguito di prescrizione della Regione, ormai da 20 anni, è una norma presente nel piano regolatore».

Ultimo aggiornamento: 19:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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