Elezioni Regionali in Veneto. Alberto Stefani rassicura gli "zaiani": «Nessuno sarà rottamato»

Martedì 19 Marzo 2024 di Alda Vanzan
Elezioni Regionali in Veneto

«Io un rottamatore? Assolutamente no. Ma ritengo sia fondamentale aprire il partito agli amministratori perché abbiamo un patrimonio costituto da sindaci, assessori, consiglieri comunali che alle prossime elezioni Regionali possono essere un punto di forza. Non è una sostituzione, dico solo che alla coppia d’attacco formata dalla lista Lega e dalla lista Zaia, possiamo aggiungere tante liste civiche espressione delle nostre amministrazioni comunali». E con queste parole il segretario regionale della Lega Veneta Alberto Stefani ha placato l’inizio di sollevazione che nel giro di ventiquattr’ore rischiava di far esplodere il partito. Insurrezione bloccata sul nascere, gli zaiani sono stati rassicurati: nessuno li “rottamerà”, solo gli elettori nel segreto dell’urna avranno il potere di mandarli eventualmente a casa.


Elezioni Regionali in Veneto, il piano


Come anticipato domenica dal Gazzettino, Stefani ha deciso di convocare subito dopo Pasqua i 144 sindaci leghisti del Veneto e gli amministratori dei 1.000 Comuni governati dalla Lega per preparare il piano d’attacco in vista delle prossime Regionali. E cioè mettere in campo gli amministratori - che godono di ampio consenso sul territorio - per frenare l’avanzata di Fratelli d’Italia.

Un piano che i meloniani non possono attuare perché nei Comuni la Lega è molto più presente (è in 250 giunte municipali, quasi la metà di tutte quelle del Veneto). Solo che i consiglieri regionali zaiani, quelli eletti nella lista del presidente (33 su 51 nel 2020) hanno fatto due più due: Stefani ha messo in piedi una scuola politica per far crescere i giovani, Stefani adesso vuole liste degli amministratori, magari ritiene che con una strategia del genere la lista Zaia non serva o sia addirittura ininfluente, vuoi vedere che lascia tutti i “vecchi” a casa? Indicativo il commento, sul Gazzettino di ieri, del presidente dell’intergruppo Lega-Liga, Alberto Villanova, che ha difeso la lista Zaia e lo “squadrone”: «Il segretario Alberto Stefani saprà tenerne conto».


Lista Lega, Lista Zaia

È così che ieri mattina Stefani all’Ansa ha puntualizzato: «Squadra che vince non si cambia. Vale per Zaia, ma potrebbe coinvolgere anche molti consiglieri regionali». La formula? «Lista Lega, lista Zaia qualora il presidente fosse d'accordo, e una o più liste civiche di amministratori locali». Immediato il «grazie» di Villanova a Stefani: «Le sue parole non lasciano adito a dubbi: chi vorrà confrontarsi alle prossime Regionali, dovrà vedersela con la Lega e la lista Zaia. Nel Veneto di oggi e in quello di domani non si può prescindere dal presidente Luca Zaia. Lui è il nostro top player e come tale è insostituibile. Ecco perché, dalla Lega alla Lista Zaia, l’eventuale presenza di liste civiche al suo fianco non potrà che essere gradita».


Tra parentesi: raccontano che dopo le parole di Stefani di ieri mattina molti consiglieri regionali zaiani si siano sentiti sollevati. Lo stesso segretario ha tranquillizzato: non ci saranno rottamazioni. Sarcastico l’assessore Roberto Marcato: «È da mesi che vado parlando di un tridente d’attacco fornato da Lega, lista Zaia e liste territoriali, felice che il segretario Stefani interpreti la mia linea politica».


Terzo mandato, la battaglia non è finita


Quanto al terzo mandato dei presidenti di Regione, nonostante le due bocciature al Senato, prima in commissione e poi in aula, il segretario Stefani dice che la battaglia non è finita: «Continua la nostra difesa per la libertà di scelta dei cittadini, perché tutti gli amministratori che hanno oggi il blocco dei mandati possano ricandidarsi e sottoporsi alla libera scelta degli elettori». E al coordinatore veneto di FdI Luca De Carlo, che ha invitato a «pensare a lavorare e non discutere di elezioni visto che mancano 500 giorni», il segretario della Lega ha risposto così: «Il dibattito sulle elezioni regionali in Veneto di certo non è nato da intenzioni leghiste, bensì da altre forze politiche». Ha rincarato Villanova: «Anche se mancano ancora 500 giorni, per noi ogni momento è buono per ricordarlo ai compagni di viaggio: il Veneto di domani porta ancora il nome di Luca Zaia».

E Luca Zaia cosa dice?


Appunto: l’interessato che dice? Interpellato nuovamente sul tema, ieri Zaia ha detto: «I cittadini chiedono di essere liberi di scegliere la propria classe dirigente. Ma la caratteristica di questo Paese è che sindaci e governatori non possono ricandidarsi dopo due mandati; invece tutti gli altri possono starci a vita». Ma ci sarà ancora la lista Zaia? «Manca quasi un anno e mezzo, se passo tutto questo tempo a discutere su “lista Zaia sì, lista Zaia no”, oppure “ci sarà Zaia o non ci sarà”, forse, ripeto, sarebbe più utile chiedere ai cittadini cosa vogliono». E lo scenario europeo delineato dal segretario federale Matteo Salvini? «L'Europa? Io sono concentrato a lavorare sulla Regione». Poco distante, l’assessore Marcato rimarcava: «Salvini vuole Zaia in Europa? Non è che si sia visto il governatore saltellare di felicità».

Ultimo aggiornamento: 17:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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