Rovigo-Petrarca fuori campo,
è anche derby dello striscione

Sabato 25 Gennaio 2014 di Ivan Malfatto
Rovigo-Petrarca fuori campo, è anche derby dello striscione

ROVIGO - La risposta del rugby agli striscioni e ai cori razzisti del calcio? Che proprio lunedì hanno portato alla squalifica (sospesa con la condizionale) della curva del Bologna dopo la partita con il Napoli? Il derby dello striscione.

Esempio di presa per i fondelli e fair play allo stesso tempo. Dove a scegliere i due migliori saranno proprio i supporter della squadra storicamente rivale.

Lo manderanno in scena oggi al "Battaglini" i tifosi di Vea FemiCz Rovigo e Petrarca Padova. Facendo diventare il 151. derby d’Italia (inizio alle 15 a Rovigo), la partita più giocata del nostro rugby e per l’occasione il decimo turno del campionato d’Eccellenza, un evento nell’evento. Epocale a suo modo. Come lo sono state tante di queste sfide che da oltre settant’anni accompagnano la vita, non solo sportiva, delle due città.

«Per mettere a punto il tutto ci siamo trovati qualche sera fa a Monselice. A metà strada, in territorio neutrale» ci tiene a precisare Federico Andriolli, per far capire che con i petrarchini amici e fair play sì... ma fino a un certo punto. Lui è il presidente delle Posse Rossoblù. Il gruppo di tifosi organizzati di Rovigo che ha lanciato l’idea, dopo due edizioni del premio solo rodigine. Nel 2008 ha vinto lo striscione di Andrea Siviero "Altro che Montalcino, il Brunello buono è di Rovigo" riferito a Massimo, l’allenatore. Nel 2009 "L’incredibile Luke" di Sara Beniamini, sul capitano neozelandese Mahoney.

«Stavolta abbiamo esteso il concorso ai tifosi del club Ombre Nere del Petrarca, con una regola - continua Andriolli - Loro sceglieranno lo striscione più divertente di Rovigo, noi di Padova. A fine primo tempo faremo la premiazione in campo». L’organizzazione è degna di un summit fra paesi belligeranti. «Metteremo un banchetto all’ingresso per registrare tutti i partecipanti. Se gli striscioni sono offensivi verranno rifiutati. Li fotograferemo e ce li spediremo reciprocamente. Loro li esporrano su una tribuna del Battaglini, noi sull’altra. A Rovigo ne ho visti realizzare una quarantina. Uno dovrebbero farlo anche il tecnico Andrea De Rossi e la moglie».

Chissà i travasi di bile a dover giudicare gli sfottò più riusciti dei "nemici". Ma proprio così, non con le scritte razziste, si costruiscono il fair play nello sport e le rivali storiche stile Rovigo-Petrarca.

Ultimo aggiornamento: 22:12

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