L'assessore alla Salute ha partecipato all'assemblea della
Consulta regionale
Trieste, 27 apr - L'approvazione all'unanimità della nuova legge regionale sulla disabilità , divenuta punto di riferimento in Italia, è un grande risultato perché pone dei punti fermi rispetto alla condizione di vita dei disabili, ma per ottenere la sua completa applicazione è necessario superare ancora alcune resistenze. Si tratta di una battaglia culturale per andare oltre al modello "ospedale centrico" e consolidare quello dell'assistenza socio-sanitaria articolata attraverso percorsi di prevenzione e presa in carico delle persone. Con l'allungamento dell'aspettativa di vita crescono le problematiche legate alla cronicità , per cui la risposta al bisogno di salute non può più essere solo sanitaria. à inoltre necessario mettere da parte la logica dei "comparti stagni" che, a livello contabile, per troppo tempo ha fatto una distinzione netta tra gli investimenti sanitari e quelli sociali.
à questo, in sintesi, il contenuto dell'intervento dell'assessore regionale alla Salute e alle politiche sociali e disabilità nell'ambito dell'Assemblea della Consulta regionale delle associazioni delle persone con disabilità delle loro famiglie, svoltasi in mattinata a Udine. Evidenziando la grande disponibilità della Regione all'ascolto e alla collaborazione per individuare soluzioni alle difficoltà esistenti per le persone con disabilità , anche attraverso progettualità innovative, il presidente della Consulta ha sottolineato come il Friuli Venezia Giulia sia all'avanguardia sul fronte della disabilità e come negli ultimi anni siano stati compiuti rilevanti passi avanti per favorire l'autonomia dei disabili, in particolare con l'approvazione della Legge 16 del 2022 "Interventi a favore delle persone con disabilità e riordino dei servizi sociosanitari in materia", che ha segnato un modello da seguire a livello nazionale.
Tracciando un quadro della situazione in Friuli Venezia Giulia, l'assessore ha rimarcato che i temi di più stretta attualità per quanto concerne il sistema socio-sanitario sono la forte carenza di personale, registrata in tutta Italia, e la sostenibilità economica nel lungo periodo. Il Servizio sanitario regionale ha infatti un'ottima capacità di risposta sulle situazioni ad elevata complessità e sulle acuzie ma non riesce ancora ad avere lo stesso tipo di risposta sulla cronicità . L'azione della Regione è quindi volta a ottimizzare le disponibilità economiche a disposizione del sistema sanitario per liberare risorse a favore della cronicità e generare un circolo virtuoso che, attraverso la prevenzione, favorisca una diminuzione dei bisogni legati a interventi complessi.
L'assessore ha quindi sottolineato che nel contesto della disabilità servono una deospedalizzazione della risposta ai bisogni di salute assieme alla valorizzazione della sussidiarietà . Oggi non è infatti possibile pretendere che la risposta ai bisogni delle persone sia confinata al solo sistema istituzionale, ma è necessario lasciare spazio alle realtà del Terzo settore, come le associazioni dei disabili, che garantiscono un supporto importante al Servizio sanitario e ai cittadini. ARC/MA/gg
© RIPRODUZIONE RISERVATA Trieste, 27 apr - L'approvazione all'unanimità della nuova legge regionale sulla disabilità , divenuta punto di riferimento in Italia, è un grande risultato perché pone dei punti fermi rispetto alla condizione di vita dei disabili, ma per ottenere la sua completa applicazione è necessario superare ancora alcune resistenze. Si tratta di una battaglia culturale per andare oltre al modello "ospedale centrico" e consolidare quello dell'assistenza socio-sanitaria articolata attraverso percorsi di prevenzione e presa in carico delle persone. Con l'allungamento dell'aspettativa di vita crescono le problematiche legate alla cronicità , per cui la risposta al bisogno di salute non può più essere solo sanitaria. à inoltre necessario mettere da parte la logica dei "comparti stagni" che, a livello contabile, per troppo tempo ha fatto una distinzione netta tra gli investimenti sanitari e quelli sociali.
à questo, in sintesi, il contenuto dell'intervento dell'assessore regionale alla Salute e alle politiche sociali e disabilità nell'ambito dell'Assemblea della Consulta regionale delle associazioni delle persone con disabilità delle loro famiglie, svoltasi in mattinata a Udine. Evidenziando la grande disponibilità della Regione all'ascolto e alla collaborazione per individuare soluzioni alle difficoltà esistenti per le persone con disabilità , anche attraverso progettualità innovative, il presidente della Consulta ha sottolineato come il Friuli Venezia Giulia sia all'avanguardia sul fronte della disabilità e come negli ultimi anni siano stati compiuti rilevanti passi avanti per favorire l'autonomia dei disabili, in particolare con l'approvazione della Legge 16 del 2022 "Interventi a favore delle persone con disabilità e riordino dei servizi sociosanitari in materia", che ha segnato un modello da seguire a livello nazionale.
Tracciando un quadro della situazione in Friuli Venezia Giulia, l'assessore ha rimarcato che i temi di più stretta attualità per quanto concerne il sistema socio-sanitario sono la forte carenza di personale, registrata in tutta Italia, e la sostenibilità economica nel lungo periodo. Il Servizio sanitario regionale ha infatti un'ottima capacità di risposta sulle situazioni ad elevata complessità e sulle acuzie ma non riesce ancora ad avere lo stesso tipo di risposta sulla cronicità . L'azione della Regione è quindi volta a ottimizzare le disponibilità economiche a disposizione del sistema sanitario per liberare risorse a favore della cronicità e generare un circolo virtuoso che, attraverso la prevenzione, favorisca una diminuzione dei bisogni legati a interventi complessi.
L'assessore ha quindi sottolineato che nel contesto della disabilità servono una deospedalizzazione della risposta ai bisogni di salute assieme alla valorizzazione della sussidiarietà . Oggi non è infatti possibile pretendere che la risposta ai bisogni delle persone sia confinata al solo sistema istituzionale, ma è necessario lasciare spazio alle realtà del Terzo settore, come le associazioni dei disabili, che garantiscono un supporto importante al Servizio sanitario e ai cittadini. ARC/MA/gg