Ballottaggi, la Lega sfida il Pd nelle roccaforti rosse

Sabato 23 Giugno 2018 di Mario Ajello
Ballottaggi, la Lega sfida il Pd nelle roccaforti rosse
«Il Pd vince ormai solo al fantacalcio!». Matteo Salvini scatenato. Ha fatto il giro delle roccaforti rosse da espugnare nelle ultime ore di campagna elettorale per i ballottaggi. E il senso vero di questa tornata elettorale, molto importante per gli equilibri politici generali, è che la Lega va alla conquista del Centro Italia, quella che - dalla Toscana all'Umbria - era un tempo il cuore rosso della Penisola ma ormai non lo è più e da domani sera probabilmente lo sarà ancora di meno. Deve cadere Pisa, deve cadere Terni: questa doppietta, se avverrà, rappresenterà per Salvini la massima soddisfazione.

IL QUADRO
Queste elezioni - domani si sceglie il sindaco in 75 comuni, 14 sono capoluogo e occhio anche a Imola, Massa, Siena - potrebbero certificare un dato di fondo. Ossia che un pezzo del blocco sociale che nelle regioni rosse ha sempre scelto la sinistra stavolta punta sulla destra. O meglio sul centrodestra a trazione leghista. Nel 2013, alle politiche, il relativo smottamento della sinistra in Emilia, nelle Marche e giù di lì avvenne in favore dei 5 stelle. Nel 2018, nel voto del 4 marzo, quei pezzi di società da sempre vicini al Pci-Pds-Ds-Pd si sono avvicinati alla Lega. Ora, potrebbe chiudersi il cerchio. Per evitarlo, alla vigilia dei ballottaggi, tranne Renzi il Pd ha schierato i big da Calenda a Veltroni, da Gentiloni a Beppe Sala, da Martina a Zedda e agli altri, ma non è affatto detto che questo possa bastare. Salvini ha fatto il pienone ovunque, piazza dopo piazza, città rossa (a Terni è prevista una vittoria a valanga del candidato del Carroccio, Leonardo Latini, in vantaggio con il 49,2 sul grillino De Luca al 25 per cento) dopo città rossa, per usare la vecchia terminologia. I grandi temi, come immigrati o rom, sono quelli su cui la Lega ha battuto. In ballo ci sono le città, adesso, ma sullo sfondo c'è la grande partita delle prossime regionali e sia in Toscana sia in Umbria il Carroccio è convinto di eleggere il governatore. E, nel caso, sarà una svolta epocale.

A Pisa la Lega era allo 0,35 per cento cinque anni fa, e adesso al secondo turno si presenta forte di un 24,7 per cento. Che è anche di più di quanto la Lega aveva preso alle politiche del 4 marzo. E i 5 stelle? Sono andati al ballottaggio soltanto in tre capoluoghi su venti: Avellino, Ragusa, Terni. Qui è impossibile che ce la possano fare, ad Avellino è difficile, a Ragusa sono messi meglio. L'asse M5S-Lega, l'alleanza giallo-verde che governa l'Italia, può scattare a Imola, a Pisa, ad Avellino. In 46 comuni su 75, secondo l'Istituto Cattaneo, c'è il vecchio bipolarismo centrosinistra-centrodestra, anche se in certi casi sono mascherati da civici. Al Nord, le sfide principali vedono Pd da una parte e Lega dall'altra (e a Brescia per esempio già al primo turno ha vinto il Pd). Al Sud invece, da Avellino a Ragusa, i 5 stelle contro il centrodestra che da quelle parti è ancora a prevalenza di Forza Italia. Che però - altro dato importante - in queste elezioni dimostra tutta la sua evanescenza ormai, perché da domani il centrodestra dovrebbe risultare ancora più di prima un destracentro. Non a caso spicca l'assenza di Berlusconi in questa partita, anche al secondo turno.

Ultimo dato da tenere presente. Per fare l'invasore leghista, nelle città rosse la sinistra si è riunita in un fronte popolare, o repubblicano, tra Pd, Leu e altri gruppi. Se dovesse reggere questa diga comune, potrebbe essere replicata come inizio per la riconquista del Paese contro leghismo e grillismo. Ma pochi si fanno illusioni in proposito.
Ultimo aggiornamento: 14:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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