MESTRE - È accusato di aver perseguitato un suo vicino: di averlo impaurito con il suo pitbull, di avergli sporcato l’uscio di casa con il lancio di uova marce, in un’occasione di aver anche cercato di entrargli in casa.
DISSAPORI TRA VICINI
Una vicenda, come anticipato, ambientata in una strada del cuore di Mestre. Inizialmente i rapporti di vicinato tra i due uomini sono buoni, tanto che l’uno chiede all’altro di tenergli l’auto. Ma è proprio da quella circostanza che nascono i primi dissapori. L’auto ha bisogno di riparazioni - sostiene chi sta tenendo l’auto - che per questo si fa dare dei soldi dal proprietario. Quest’ultimo, però, deve ripagare i lavori all’officina che non ha visto i soldi. Questa l’accusa iniziale. Sempre stando alla denuncia del proprietario dell’auto, è a quel punto che il vicino lo bersaglia di “attenzioni”. C’è il lancio di pietre e uova marce contro l’uscio di casa. C’è il pitbull lasciato senza museruola e fatto avvicinare in modo minaccioso. E ci sono anche le frasi minacciose, del tipo “Quando esce Loris Trabujo vedi cosa ti succede”. C’è l’episodio in cui cerca di entrargli in casa, che costa all’indagato l’accusa, oltre che di stalking, anche di tentata violazione di domicilio.
LA MISURA CAUTELARE
Quanto basta alla Procura per chiedere la misura del divieto di avvicinamento con una distanza fissata a un chilometro. Ma i due abitano a due anagrafici di distanza, ben al di sotto del chilometro. Per questo il giudice opta per un divieto di avvicinamento che non fissa distanze, ma precisa come la misura comporti anche l’astensione da qualsiasi tipo di comunicazione con tutta la famiglia. Vicini sì, insomma, ma a cui non avvicinarsi né parlare.