Giovane collaudatore dell'Aprilia morto durante i test: la procura apre un'inchiesta

Giovedì 23 Dicembre 2021 di Roberta Brunetti
La sede dello stabilimento Aprilia di Noale: il giovane stava provando un nuovo modello di moto della Casa veneziana

NOALE - Le moto erano la sua grande passione: studente 22enne, era felice di quel lavoro da pilota collaudatore che lo faceva guadagnare e divertire. Ma il 23 ottobre scorso, ultimo giorno di prove su una moto dell’Aprilia, è finito in tragedia. Sulla Noalese Enrico Maria Morelli ha perso il controllo del mezzo, è uscito di strada ed è morto sul colpo.

Ora per la fine di questo giovane romano, arrivato a Noale per una settimana di lavoro, la Procura di Venezia ha aperto un’inchiesta. Sul registro degli indagati, il sostituto procuratore Christian Del Turco ha iscritto i due responsabili della Dekra, la società di Cinisello Balsamo per cui il giovane lavorava come pilota collaudatore. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo. L’indagine dovrà chiarire se ci sono responsabilità per questo incidente stradale che di fatto è un altro incidente sul lavoro. Per questo, l’altro giorno, in Procura a Venezia, sono state convocate le parti per il conferimento di una consulenza tecnica che dovrà chiarire la dinamica del sinistro e soprattutto verificare che siano state rispettate tutte le normative di sicurezza. Oltre ai difensori dei due indagati, uno rappresentato dallo studio Biagini, l’altro dall’avvocato Mario D’Elia, era presente anche l’avvocato Caterina Grillone, che assiste i familiari della vittima. In realtà il conferimento è slittato per un difetto di notifica. Se ne riparlerà il 10 gennaio. A due mesi della tragedia, l’inchiesta è comunque avviata.

L’INCIDENTE
L’incidente accadde un sabato pomeriggio. L’ultimo giorno di una settimana di prove per cui Morelli era arrivato da Roma. Un incarico affidatogli dalla Dekra, che oltre alla revisione delle auto, si occupa anche di questi collaudi. In questo caso per conto dall’Aprilia. Quel pomeriggio il giovane pilota stava provando la moto della società di Noale in strada, insieme ad un collega. Il percorso sarebbe dovuto concludersi nell’albergo dove i due erano alloggiati. L’altro collaudatore, vedendo che Morelli non arrivava, si era fermato ad aspettare. Poi in lontananza aveva intravisto del fumo. Ero lo schianto. Sul posto erano arrivati i soccorsi. Ma per il giovane non c’era stato nulla da fare. Ai carabinieri era rimasto il compito di ricostruire la dinamica dell’incidente. Le moto erano la passione di questo giovane, trasmessagli dal padre, coltivata fin da piccolo. Ne aveva fatto un lavoro, che non era però il suo punto d’arrivo. Continuava anche a studiare, era iscritto a giurisprudenza.

Tante aspettative di una vita finita troppo presto.

Ultimo aggiornamento: 07:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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