Tagli al Pnrr, progetti sul punto di essere annullati o ridimensionati, i sindaci del trevigiano: «A rischio fallimento»

Martedì 1 Agosto 2023 di Lina Paronetto e Claudia Borsoi
Tagli al Pnrr, progetti sul punto di essere annullati o ridimensionati

TREVISO - «Se davvero queste risorse dovessero venire stralciate, senza trovare un’alternativa, ci troveremmo a dover indebitare i comuni per rispondere alle esigenze del territorio che sono emerse attraverso il Pnrr». Ma trattandosi di milioni di euro, il rischio sarebbe anche quello di andare in default. Emanuele Crosato, sindaco di Cessalto, mette sul tavolo quello che è lo scenario più drammatico legato al definanziamento di 13 miliardi, a livello nazionale, dei fondi Pnrr destinati ai comuni. «Solo per Cessalto parliamo di 3 milioni di euro, che è una cifra esorbitante: è praticamente il bilancio di un anno». E non è l’unico a pensarla così. Ieri la chat dei sindaci trevigiani dell’Anci è andata in ebollizione. Tantissimi commenti stizziti, infuriati. Tanto per capire l’aria che tirava, questo uno dei commenti scelti a caso: «Altrimenti andiamo tutti a Roma per fargli capire che abbiamo già assegnato le gare di appalto con quei fondi.

Non so sinceramente chi stia dando questi indirizzi di modifica normativa ma è una follia o forse non sono al corrente di come i Sindaci hanno dovuto correre per le scadenze ed ora tornano indietro con le coperture economiche. Forse non hanno mai amministrato un Comune!». Il rischio concreto, comunque, è che se non arriveranno modifiche a breve tante amministrazioni rischiano di vedere crollare il bilancio.


LA RABBIA
Quello che fino a qualche mese fa veniva definito dai sindaci, soprattutto dei comuni minori, “un treno da prendere a qualunque costo”, rischia di trasformarsi in un boomerang se non sarà presto chiarito dal governo come compensare le promesse poi disattese: nel Trevigiano una sessantina di milioni di euro che le amministrazioni locali attendevano a stretto giro, con appalti ormai assegnati e cantieri in partenza tra poche settimane. «Col senno di poi – è costretta a dire Paola Moro, sindaco di Monastier – se fino all’altro giorno ero dispiaciuta di non aver ottenuto un contributo Pnrr da 5 milioni di euro per un progetto di riqualificazione urbana messo in campo insieme ad altri comuni limitrofi, scoprire ora che quei soldi erano probabilmente ricompresi nella cifra stralciata mi fa quasi tirare un sospiro di sollievo». I Comuni ora rischiano di doverci mettere una pezza con mezzi propri. Francesco Soligo (Villorba) non nasconde la propria delusione: «A Villorba potrebbero essere messi in discussione progetti ed interventi per circa 2 milioni di euro. Rimane la perplessità, se non si potesse dare attuazione ai progetti, di aver impiegato risorse e personale comunale per nulla».


I DUBBI
Ma la questione rischia di diventare ancora più ingarbugliata. Da Valdobbiadene, il sindaco Luciano Fregonese evidenzia un altro pericolo: che per recuperare i soldi persi col Pnrr si usino i fondi europei andando così a penalizzare chi ha fatto leva solo su quelli e non sul Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: «Capisco le criticità di chi, come i comuni di Treviso e di Castelfranco, si era visto destinare dei fondi Pnrr e ora non li ha più, ma destinare i miliardi dei fondi strutturali europei per compensare i tagli del Pnrr è un errore assoluto – scandisce Fregonese - se hanno sbagliato a fare i conti Pnrr, perché ora ne deve risentire la progettazione europea? Per un comune come Valdobbiadene vorrebbe dire rimanere per altri sei anni senza risorse europee: tradotto il Comune verrebbe affossato». Avendo ricevuto nel 2020 fondi dal Mise per interventi di dissesto idrogeologico, poi riassegnati come fondi Pnrr, «Valdobbiadene non ha potuto partecipare ad altri bandi Pnrr su queste linee, rimanendo escluso fino al 2025». «Ora temo – afferma Fregonese – che, per far fronte al presunto taglio di 15 miliardi di euro di fondi Pnrr, si utilizzino i fondi europei 2023-27, quelli per i fondi strutturali. Non vorremmo ci capitasse un’ulteriore sfortuna visto che siamo già pronti con una serie di progetti sviluppati insieme a Pordenone e ad altri 12 comuni, rimanendo così esclusi fino al 2026 da ogni tipo di bando europeo».

Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 10:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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