Femminicidio di Riese Pio X. Il killer di Vanessa Ballan subito a processo: giudizio immediato per Bujar Fandaj

Venerdì 26 Aprile 2024 di Giuliano Pavan
Vanessa Ballan

RIESE PIO X (TREVISO) - Bujar Fandaj andrà subito a processo. Il 40enne kosovaro che il 19 dicembre scorso uccise a coltellate la 26enne Vanessa Ballan, e il figlio che portava in grembo, verrà giudicato con rito immediato dalla corte d’assise del tribunale di Treviso. Oltre alla confessione, infatti, le prove a suo carico sono schiaccianti: entro il 19 giugno, ovvero prima che scattino i sei mesi dal delitto, verrà emesso il decreto.

Ma ormai si tratta soltanto di una formalità. Già, perché i riscontri degli inquirenti su quanto scritto in una lettera da Fandaj, nella quale sostiene di essersi difeso da un’aggressione della vittima, non ci sono. La versione dell’uomo, in altre parole, non regge.

A differenza dell’impianto accusatorio del sostituto procuratore Michele Permunian che ha in mano il movente, l’arma del delitto, le modalità dell’omicidio, il video dell’irruzione e, appunto, la confessione.

IL DELITTO

Quella mattina del 19 dicembre scorso, Bujar Fandaj ha spaccato a martellate una finestra della villetta di Vanessa, in via Fornasette a Spineda, per introdursi in casa Il 40enne sostiene di non aver mai avuto intenzione di ammazzarla, ma per la Procura l’omicidio è stato addirittura premeditato.

L’uomo, infatti, ha accoltellato a morte la sua ex amante (8 fendenti di cui due fatali al cuore e a un polmone) dopo aver saputo della gravidanza (il successivo esame del dna aveva stabilito che il padre era Nicola Scapinello, il compagno di Vanessa, ndr). Si sarebbe di fatto sentito definitivamente escluso dalla vita della 26enne, che aveva interrotto la loro relazione clandestina l’estate precedente rifiutandosi di lasciare il compagno, come il kosovaro avrebbe voluto. Probabilmente Bujar ha fatto irruzione in casa, convinto che la donna non lo avrebbe mai accolto se si fosse presentato alla porta. Ed è andato là armato di coltello per chiarire e forse per giocarsi l’ultima carta, quella delle minacce, pur di convincerla a riallacciare il rapporto. Quel fatidico confronto, invece, è terminato con una mattanza, e poi la fuga dalla villetta di via Fornasette a Spineda.

IL PROLOGO

Dopo aver avuto una relazione clandestina con il 40enne, Vanessa Ballan lo aveva denunciato per stalking, revenge porn e altri reati due mesi prima, (il 25 ottobre) dopo che lui aveva rivelato la tresca al compagno, inviandogli un video inequivocabile. L’uomo, infatti, la minacciava di rivelare la sua scappatella a Nicola. Il gip aveva disposto nei confronti del 40enne il divieto di avvicinamento alla donna. E lui l’aveva rispettato. Dopo il delitto, però, la Procura era stata accusata di aver preso la situazione sottogamba. Ad assolvere i magistrati era stato il ministro della giustizia Carlo Nordio: «Non c’è stata incuria nei doveri durante l’inchiesta per stalking». Circostanza ribadita anche dal procuratore di Treviso, Marco Martani: «La vicenda non era stata presa sottogamba. Al momento della denuncia e nelle settimane successive non c’erano state avvisaglie che la vita di Vanessa fosse in pericolo. C'era semmai il rischio di un ricatto a sfondo sessuale e il pm titolare del fascicolo aveva disposto la perquisizione a casa di Fandaj e il sequestro dei telefoni il giorno successivo».

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