Lavoro e tempo libero: a Vittorio Veneto i più insoddisfatti

Mercoledì 24 Aprile 2024 di Arianna Rusalen
I Vittoriesi risultano più insoddisfatti sul fronte del lavoro e del tempo libero rispetto alla media nazionale

VITTORIO VENETO (TREVISO) - I vittoriesi sono insoddisfatti della propria vita. È quello che emergere dal primo Rapporto sul Benessere Equo Sostenibile (BES) presentato ieri all’Istituto Alberghiero Beltrame. Il vittoriese, secondo lo studio, sembra sentirsi più insoddisfatto della propria vita, del proprio lavoro e del tempo libero rispetto al resto degli italiani e dei veneti. E l’attenzione al sociale sembra essere una qualità intrinseca a chi abita questa città, in cui si è riscontrato un forte senso civico, che si traduce in un interesse attivo alla vita politica e in una spiccata attenzione per l’ambiente. La città stessa è stata premiata per il suo impegno nella sostenibilità. Questo documento, frutto dell'iniziativa delle associazioni no profit PLEF, AREGAI e AIQUAV, offre un'analisi approfondita del benessere della città sotto diverse dimensioni tra cui salute, istruzione, ambiente, lavoro e relazioni sociali. Il rapporto, curato dal prof. Gucciardo e dal ricercatore Bova, è stato sostenuto dalla cooperativa Codè CRAI Ovest, nell'ambito della terza edizione del Premio Bezzo, competizione nazionale per la ristorazione virtuosa. Il riconoscimento è arrivato grazie all'impegno dell'Istituto Beltrame nella promozione della sostenibilità all'interno del proprio programma formativo. Secondo il rapporto BES, solo il 41,5% degli intervistati si sente soddisfatto della sua vita – non troppo lontano dalla media italiana del 46,2. La differenza diventa abissale quando si tocca il lavoro (con il 28,7% soddisfatto a fronte della media nazionale del 46,2% secondo i dati BES Istat) e il tempo libero (33,2% di soddisfatti vittoriesi contro il 65,7%).

I dati cambiano, invece, per le relazioni sociali, per cui i vittoriesi esprimono un livello di soddisfazione maggiore rispetto alla media (53% contro 27,1% dell’Italia). Rispetto alla media nazionale di 31%, i vittoriesi inoltre vivono più spesso emozioni negative (37,6%), dato che va a pari passo con la diminuzione del reddito e al genere. Infatti, le donne tendenzialmente più spesso vivono emozioni negative rispetto gli uomini (il 40% contro il 37%).

Il senso civico

Tra i vittoriesi c’è però anche un forte senso civico, che si traduce anche nel rispetto dell’ambiente: l’88% afferma di non aver mai gettato carte o sigarette per la strada, l’84% di non aver mai parcheggiato nelle aree riservate ai disabili o park rosa senza averne il titolo. La città stessa è stata premiata per il suo impegno nella sostenibilità, con una particolare attenzione alla raccolta dei rifiuti e all’uso di energia elettrica da fonti rinnovabile. Uno dei punti critici emersi a Vittorio Veneto, e non del tutto sconosciuto ai cittadini, è legato al problema demografico. Da tempo si lamenta infatti un generale calo degli abitanti, con 27.139 nel 2023. Il calo è stato registrato anche nel tasso d’occupazione, che è però da contestualizzare con la presenza di giovanissimi e anziani. E proprio sugli anziani si focalizza un altro punto critico riscontrato o, meglio, percepito e cioè la mancanza di una rete di supporto. Alcuni dati, in particolar modo nelle categorie soggettive – come la soddisfazione personale - sono stati raccolti attraverso sondaggi telefonici su 500 soggetti maggiorenni nel novembre dell’anno scorso.

Le iniziative

«Abbiamo colto l'opportunità di questa indagine per poterci migliorare – interviene l’assessore Antonella Caldart – Con il comune e le associazioni di volontariato abbiamo lavorato tanto sul fronte anziani, ma evidentemente non è sufficiente. Appena andranno a conclusione i due nuovi progetti di solidarietà partiti in questi mesi – quindi, dopo le interviste - ci confronteremo nuovamente con i cittadini». Si tratta del progetto sperimentale del condominio solidale, avviato a inizio anno nel quartiere di Costa, in via Buozzi, dove sono presenti vari condomini Ater. In questi residence è stata introdotta la figura del “maggiordomo”, residente della palazzina che da supporto per piccole commissioni e servizi, come la spesa e l’accompagnamento alle visite. «Partirà anche un secondo progetto di sharing che coinvolgerà tutta la comunità di Ceneda» anticipa Caldart.

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