Glera batte Glerage: l'imprenditrice Montagner vince il contenzioso fra marchi di cosmesi

Sabato 11 Marzo 2023 di Mauro Favaro
IN CAUSA Il profumo della linea Glera è un omaggio al territorio del prosecco

PIEVE DI SOLIGO - Glera batte Glerage. Il nome del vitigno è un riferimento. Non solo quando si parla dell’uva che sta alla base del Prosecco, ma anche quando si entra nel mondo dei profumi. Martina Montagner, imprenditrice e artista, titolare della Galleria d’arte nel centro di Montebelluna, ormai sei anni fa ha avuto l’intuizione di registrare il marchio iniziando a vendere l’eau de parfum Glera. Quasi in parallelo, però, tre imprenditori della zona di Pieve di Soligo hanno fatto decollare il marchio Glerage per i loro prodotti di cosmesi. «La mia iniziativa è stata sostanzialmente copiata», sottolinea Montagner.

LA BATTAGLIA

L’imprenditrice aveva inviato a Glerage una serie di diffide. Come risposta, però, ha avuto una citazione in tribunale con Glerage che chiedeva la decadenza del marchio Glera. Ma la sentenza di primo grado emessa dal tribunale di Venezia, sezione specializzata in materia di impresa, conseguita grazie al patrocinio dell’avvocato Davide Parolin di Treviso, ha respinto tutte le richieste. Dando piena ragione a Montagner. E adesso il suo legale, Davide Parolin, specializzato nella protezione internazionale di marchi e brevetti, ha inviato una diffida agli imprenditori di Pieve di Soligo dando loro 7 giorni di tempo per ritirare il marchio Glerage e tutti i prodotti collegati, oltre a modificare il sito internet, loghi, pubblicità e così via. Andiamo con ordine. Dopo la registrazione del marchio Glera, due anno e mezzo fa Montagner ha avviato la produzione e la commercializzazione del profumo nel suo atelier di via Tripoli a Montebelluna: dall’eau de parfum al profumo d’ambiente, puntando ad allargare la collezione con le creme per il viso. L’iniziativa aveva ricevuto anche il plauso del governatore Luca Zaia. «Ho scelto il nome Glera per rendere omaggio al Veneto -spiega l’imprenditrice- come tra l’altro già fatto da altri profumi che richiamano luoghi o simboli d’Italia». Ed è andata così bene che alcune cantine della zona del Prosecco si erano fatte avanti chiedendo di poter acquisire il marchio. Almeno fino all’inizio del braccio di ferro legale tra i due nomi troppo simili. «Un’azione che mi ha anche inevitabilmente causato una perdita economica», rivendica Montagner.

IL CONTENZIOSO

Glerage in tribunale ha sostenuto che il profumo Glera evocava illecitamente il vitigno e più in generale il territorio del Prosecco. Con un’analisi olfattiva di parte ha inoltre evidenziato che non aveva gli aromi dello stesso vitigno. Ed era finita nel mirino anche la grafica che richiamava in parte i pampini. Rilievi che alla fine sono stati tutti rigettati dai giudici. Il tribunale ha in primis chiarito la priorità a livello cronologico del marchio Glera. «L’uva Glera è l’uva dalla quale si ricava il Prosecco: il nome dell’uva non è sottoposto alla protezione propria, invece, del Prosecco medesimo -si legge nella sentenza emessa dal collegio composto da Liliana Guzzo, Lina Tosi e Lisa Torresan- e il nome del profumo Glera non basta a creare aspettative sul tipo di sentori dello stesso. Si pensi ad Opium (un altro profumo, ndr) che non desta aspettative di aromi dell’oppio. Tanto più che non può certo dirsi patrimonio generale la conoscenza degli specifici sentori dell’uva Glera». «Il nome di un’uva usato per contraddistinguere un profumo – si continua – non costituisce marchio debole, ma marchio forte, in quanto estraneo all’area concettuale del prodotto profumo». E dopotutto è stata la stessa Montagner a specificare che l’obiettivo non era certo quello di creare un profumo alla fragranza di Prosecco. «Glera è un marchio legato al Veneto perché punta a enfatizzare alcuni valori del nostro territorio -spiega l’avvocato Parolin- abbiamo subito la causa, ci siamo difesi e abbiamo dimostrato che Glera è un marchio valido, forte e meritevole di mantenere la registrazione». «E di conseguenza chiediamo che sia il marchio Glerage a essere cancellato – tira le fila il legale – il giudice ha dichiarato che il nostro marchio è prioritario, che l’altro è troppo simile a Glera, per di più in un ambito merceologico in buona misura coincidente, e che questo in definitiva porta al rischio di indurre i potenziali consumatori in confusione».

Ultimo aggiornamento: 18:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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