Casellato si firma sindaco nel volantino. La lettera elettorale fa scoppiare la polemica: «E' scorretta». Lei si difende: «Fraintesa»

Giovedì 2 Maggio 2024 di Eleonora Pavan
Il candidato sindaco Floriana Casellato e il volantino elettorale

MASERADA (TREVISO) - «È stata scorretta!». «Non è permesso fregiarsi di titoli o qualifiche senza averle». La replica: «Macchè scorrettezza, abbiamo riportato un sogno». Manca più di un mese all’appuntamento con le urne ma la tensione elettorale a Maserada si fa già sentire. E non poco. Un volantino trovato nella cassetta della posta è stato il casus belli. Davanti, la foto di Floriana Casellato, candidata sindaco per il centrosinistra alle prossime elezioni, con la lista civica NoiConVoi.

E una scritta: "Sosteniamo un sogno comune".

Il testo

"Care cittadine, cari cittadini, ho accettato di mettere a disposizione di una lista civica la mia candidatura perché credo nella nostra comunità e nelle sue straordinarie risorse umane". Una cartolina elettorale apparentemente innocua. Ma poi, dietro, la firma che ha suscitato polemica: firmato «il sindaco, Floriana Casellato». «Non mi sembra che a Maserada si siano già tenute le elezioni!» scrive un'utente, Rita Ferraresi, su Facebook, dopo aver trovato il volantino nella sua cassetta della posta. «Mi risulta che non sia permesso fregiarsi di titoli o qualifiche senza averle. Scorretta!».

Il sindaco

Ma non è l'unica ad averlo notato: «Sono stati in diversi a segnalarmelo» è intervenuto, piccato, l'attuale sindaco, Lamberto Marini, sostenuto, invece, dalla coalizione di centrodestra: «Qui parliamo di un vero e proprio illecito penale. Fosse solamente una cosa scorretta mi sarei limitato a farci una bella risata, ma uno non si può arrogare una carica che non ha: lo dice l'articolo 498 del codice penale. Non ci si può appropriare di titoli così alla leggera: bisogna pensare prima di fare le cose». «E il committente elettorale dov'è in questo caso? - prosegue Marini - Per legge è obbligatorio inserirlo. Non sono interessato alla polemica, ma questa è una scorrettezza massima. Se fosse scappata una battuta o una parola di troppo è un discorso, ma come si fa a non pensare che qualcuno sollevi la polemica se ti firmi sindaco e non lo sei. Chi di dovere giudicherà il caso: non escludo che se ne debba rispondere nelle sedi opportune». «Faceva parte del "sogno": quello era il senso della firma».

La replica

Si difende così di fronte alla diatriba Floriana Casellato, che spiega: «Presa così la firma è decontestualizzata: il contesto era quello dello slogan elettorale, del costruire e sostenere un sogno comune. Firmarmi come sindaco faceva parte di questo sogno. Questa era l'interpretazione. Sarebbe stato scorretto se avessi usato, ad esempio, il mio titolo di Onorevole, ma non è così: ho il massimo rispetto del voto dei cittadini. Mi dispiace essere stata fraintesa. Continuerò comunque dritta per la mia strada, sperando di vincere ma sempre con il dovuto riguardo verso quello che sarà il volere dei cittadini». «Il sogno è quello di costruire una comunità comune - prosegue - Era una trovata comunicativa decisa col mio staff. La gente comunque quando mi incontra per strada mi chiama ancora sindaco: lo sono stata per ben 10 anni». La candidata del Pd, infatti, era già stata sindaco dal 2004 al 2014, nonché consigliere comunale dal 1976. Nel mentre, la strada verso l'8 e il 9 giugno continua: la vera sfida sarà alle urne.

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