Referendum, mancano gli spazi per i seggi: l'avvio della scuola rischia il flop clamoroso

Venerdì 4 Settembre 2020 di Davide Lisetto
In Fiera a Pordenone saranno sistemati i seggi cittadini, ma è caos nei piccoli comuni
PORDENONE - L’accavallamento di date tra l’inizio dell’anno scolastico e il referendum del 20-21 settembre sta mettendo in serie difficoltà i Comuni e rischia di portare a un avvio-flop dell’anno scolastico. Dove i sindaci non riusciranno a trovare luoghi alternativi alle aule per ospitare i seggi elettorali le lezioni dovranno essere stoppate appena due giorni dopo la prima campanella. Come dire: si va a scuola ma solo per due giorni, poi si sta di nuovo a casa fino a dopo il referendum. In regione l’avvio dell’anno scolastico è previsto per il 16 settembre, il voto referendario nazionale è fissato per il 20 e 21. Ma negli istituti dove saranno allestiti i seggi i locali dovranno essere lasciati liberi sin dal 18 settembre. Ma trovare luoghi alternativi per i sindaci non è affatto facile. Una sorta di vademecum spedito dalla Prefettura a tutti i Comuni prevede prescrizioni piuttosto precise e rigorose. Per esempio sono vietati tutti i luoghi come oratori o sale parrocchiali per garantire il principio della laicità. Inoltre - e su questo punto non si transige - ogni seggio dovrà essere allestito in una sorta di stanza con porta chiudibile a chiave. Inoltre i locali devono avere la disponibilità di servizi e stanze per il riposo delle forze dell’ordine chiamate di servizio ai seggi. E poi c’è da rispettare la vicinanza di residenza degli elettori al seggio dove saranno chiamati. Insomma, un autentico rebus. E se i Comuni più grandi (anche se non in tutti i casi) stanno individuando postazioni di voto alternative alle aule scolastiche, maggiori problemi li hanno i Comuni più piccoli in quanto privi di strutture e luoghi alternativi idonei alle caratteristiche richieste. A Pordenone il nodo sembra essere superato. Il piano alternativo presentato alla commissione prefettizia dal sindaco Alessandro Ciriani pare avere ottenuto il via libera. Anche se manca ancora qualche timbro dell’ufficialità. Tutti i 51 seggi elettorali potrebbero dunque essere trasferiti nei padiglioni fieristici dove i cittadini dovranno recarsi a votare. A Sacile era stata presa in considerazione l’ipotesi del Pala-Micheletto. «Volevamo trasferire - fa sapere il sindaco Carlo Spagnol - almeno una decina dei 21 seggi elettorali che dovranno ospitare i circa 16mila aventi diritto. Ma l’affluenza di seimila persone e la presenza fissa di oltre 60, tra scrutatori e forze dell’ordine, avrebbe reso difficilmente rispettabili le misure anti-Covid con un solo ingresso del palazzetto. Inoltre ci sarebbero stati tempi di attesa lunghi e code per gli elettori. Spiace - aggiunge il sindaco - che non si sia pensato di non accavallare le date per evitare l’interruzione delle lezioni. Ma le soluzioni alternative sono state ritenute impraticabili». 
LE ALTERNATIVE
A Maniago tra mille difficoltà e grazie a un lavoro enorme dei tecnici comunali negli ultimi dieci giorni si sono trovate delle soluzioni alternative. Le difficoltà maggiori erano nelle frazioni, come a Maniagolibero dove si voterà in una ex latteria turnaria, e a Campagna dove è stata individuata una palestra. «È quasi allucinante - sostiene il sindaco maniaghese Andrea Carli - che non si sia pensato di ritardare di qualche giorno l’inizio delle scuole mettendo le amministrazioni in forte difficoltà. Abbiamo comunque individuato una aula magna e palestra separate dalle scuole dove concentrare i sette seggi di Maniago centro in sicurezza e nel rispetto delle mille prescrizioni richieste. Dobbiamo sobbarcarci anche il costo delle operazioni per l’acquisto, per esempio, di grandi box con porte da chiudere a chiave, da trasformare in aule con le urne. Speriamo di farcela, ma - ripete con una punta polemica - sarebbe bastato uno spostamento per tempo». Si ritiene fortunato il sindaco Markus Maurmair, a Valvasone Arzine (come a Andreis, Barcis, Caneva, Claut, Montereale e Travesio) si vot anche per le comunali. «Le nostre scuole sono molto ampie e i locali consentono di installare i seggi in sicurezza senza dover interrompere le lezioni scolastiche». A San Vito, già negli anni scorsi, erano state messe le mani avanti. «Da noi - fa sapere il sindaco Antonio Di Bisceglie - da anni ormai non votiamo nelle scuole. Abbiamo individuato palazzetti e palestre adeguate. Finora non ci è giunta alcuna controindicazione».
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