AVIANO Il crollo del prezzo del latte aveva messo in ginocchio un'azienda agricola di Aviano. Si era passati da 0,40 a 0,28 euro al litro, i costi per il mantenimento della stalla e del bestiame erano aumentati e la Società agricola Bruno Capovilla & C., che si sviluppa in via dei Menegoz 30, non è più riuscita a far fronte agli impegni finanziari. Nel 2017 si è vista costretta a chiedere l'apertura di una procedura per sovrindebitamento (le aziende agricole non possono nè fallire nè chiedere il concordato preventivo). L'azienda è stata messa in liquidazione e il Tribunale di Pordenone ha nominato commissario liquidatore Antonio Piccinini. Dopo tre anni, è arrivato il momento della vendita. L'azienda avianese a dicembre andrà all'asta per 1,6 milioni di euro. Nel 2016 valeva 1,9 milioni, ma le ripercussioni economiche e finanziarie provocate dal Covid-19 - come si legge nella nota del perito Paolo Berti - hanno fatto scendere il prezzo.
A ciò si aggiunge il fatto che sia in Friuli Venezia Giulia che in Veneto c'è stata una flessione del valore di terreni e degli allevamenti. Il termine per il deposito delle offerte scade il 3 dicembre, ma qualcuno si è già fatto avanti e sembra molto interessato all'azienda.
Il commissario è molto soddisfatto. «La cosa importante - spiega Piccinini - è che si riuscirà a salvaguardare il sito produttivo, perchè la vendita sarà complessiva, senza alcuna frammentazione, e questo permetterà di continuare l'attività di zootecnia e coltivazione». L'azienda conta su 40 ettari di terreno fertile che si estendono fino al limitare della base Usaf e hanno un valore di 1,4 milioni. Costituiscono quasi un unico grande appezzamento che in questi tre anni si è continuato a coltivare (soltanto l'allevamento è stato interrotto prima dell'apertura della procedura). I terreni sono irrigati con un sistema computerizzato, c'è un impianto fotovoltaico sul tetto della stalla e un centro direzionale. Complessivamente i fabbricati (sono stati realizzati nel 1976) si sviluppano su oltre cinquemila metri quadrati: ci sono officine, magazzini, uffici, due stalle, una sala mungitura e una cella frigorifera. A inizio dicembre la vendita. «Conto - è la speranza di Piccinini - di chiudere entro gennaio».
Ultimo aggiornamento: 15:28
© RIPRODUZIONE RISERVATA A ciò si aggiunge il fatto che sia in Friuli Venezia Giulia che in Veneto c'è stata una flessione del valore di terreni e degli allevamenti. Il termine per il deposito delle offerte scade il 3 dicembre, ma qualcuno si è già fatto avanti e sembra molto interessato all'azienda.
Il commissario è molto soddisfatto. «La cosa importante - spiega Piccinini - è che si riuscirà a salvaguardare il sito produttivo, perchè la vendita sarà complessiva, senza alcuna frammentazione, e questo permetterà di continuare l'attività di zootecnia e coltivazione». L'azienda conta su 40 ettari di terreno fertile che si estendono fino al limitare della base Usaf e hanno un valore di 1,4 milioni. Costituiscono quasi un unico grande appezzamento che in questi tre anni si è continuato a coltivare (soltanto l'allevamento è stato interrotto prima dell'apertura della procedura). I terreni sono irrigati con un sistema computerizzato, c'è un impianto fotovoltaico sul tetto della stalla e un centro direzionale. Complessivamente i fabbricati (sono stati realizzati nel 1976) si sviluppano su oltre cinquemila metri quadrati: ci sono officine, magazzini, uffici, due stalle, una sala mungitura e una cella frigorifera. A inizio dicembre la vendita. «Conto - è la speranza di Piccinini - di chiudere entro gennaio».