Imprenditore morto a Pinzano. Addio a Emilio Bulfon, custode di antichi vitigni. Quello che ha fatto in vita è davvero speciale

Mercoledì 24 Aprile 2024 di Lorenzo Padovan
Emilio Bulfon

PINZANO (PORDENONE) - La comunità di Pinzano al Tagliamento, ma più in generale quella della provincia di Pordenone, piange la scomparsa, a 86 anni, di Emilio Bulfon considerato da molti il padre dei vitigni autoctoni friulani.

Ad annunciare la morte dell'imprenditore sono stati la moglie Noemi e i figli Alberta e Lorenzo: i funerali saranno celebrati venerdì, alle 14.30, nella Pieve di Valeriano. Una scelta non casuale, visto che il logo e l'etichetta dell'azienda Bulfon traggono spunto proprio da un affresco della Chiesa di Santa Maria dei Battuti di Valeriano, che raffigura l'Ultima cena.


I TRAGUARDI
Il produttore friulano era conosciuto nella viticoltura italiana e locale per l'opera svolta nella salvaguardia di un patrimonio genetico in via d'estinzione, avviata già a partire dal 1964 nelle colline spilimberghesi. Bulfon coniugando innovazione e valorizzazione del territorio, ridiede vita ad antichi e rinomati vitigni, avviando una prima produzione che si rivelò già negli anni Ottanta di grande interesse qualitativo e commerciale. Un lavoro che lo portò a vincere numerose medaglie al Vinitaly, riconoscimenti in varie altre manifestazioni e ad essere insignito, nel 2010, dell'onorificenza di "Benemerito della vitivinicoltura italiana". Con la sua azienda vitivinicola, negli ultimi quattro decenni Bulfon è riuscito a riscrivere la storia del settore recuperando antiche varietà autoctone di vitigni del Friuli occidentale, come Ucelut, Piculit-Neri, Sciaglin, Forgiarin, Cividin, Cjanorie e Cordenossa.


LA RINASCITA
La passione del produttore ha fatto rinascere questi vitigni, che, con il supporto scientifico di enti ed istituzioni, non sono solo stati individuati, studiati, selezionati e rimpiantati, ma anche introdotti nel Catalogo nazionale delle viti nel 1992 ed hanno ottenuto con lungo iter il riconoscimento Igp. L'impresa, che è stata qualificata dall'Ersa anche come Fattoria didattica, aderisce ormai da decenni al Movimento turismo del vino; è associata al Consorzio tutela vini Doc Friuli Grave, al sodalizio di produttori EnoPordenone e all'associazione Donne del vino (Delegazione Friuli Venezia Giulia).


IL RICORDO
Tra i tanti che hanno ricordato l'opera di Bulfon, il segretario del Patto per l'autonomia, Massimo Moretuzzo. «Era un viticoltore appassionato, curioso e tenace, cui va il merito della riscoperta e del recupero di antichi vitigni friulani che sembravano scomparsi. Una ricerca pionieristica che ha portato al riconoscimento ufficiale di questi vitigni, figli di una terra ricca di storia, arte e natura. Con consapevolezza e un impegno costante per promuovere la biodiversità, Bulfon ha sfidato lo strapotere dell'omologazione commerciale puntando sull'identità; un lavoro importante sotto il profilo della cultura enologica e della tutela della memoria».


IL SINDACO
«Ci lascia un personaggio carismatico - ha ricordato il sindaco di Pinzano, Emiliano De Biasio - il cui lavoro, ne sono certo, sarà portato avanti dalla famiglia. La viticoltura non è per loro solo azione industriale, ma di bellezza paesaggistica che valorizza il nostro territorio».

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