Bandiera dell’Inter sul municipio, sindaco nella bufera. E il prete juventino pronto a suonare le campane a festa

Domenica 28 Aprile 2024 di Giovanni Brunoro
La bandiera dell'Inter esposta a Solesino

L’amore per la propria squadra sfugge alla razionalità: tifare è un po’ come tornare bambini e chi dentro di sé ama il calcio coltivando il "fanciullino" sa che vedere vincere i propri beniamini non ha prezzo. Anche a costo di indispettire mezzo paese scatenando anche un caso prima diplomatico e poi politico. 
La storia che viene da Solesino, piccolo centro di 6.800 anime della Bassa padovana, rimanda all’epopea di Peppone e don Camillo. Lo scorso inverno in piena lotta scudetto era stato il sacerdote della frazione di Arteselle, don Marino Ruggero, a esporre fuori dalla canonica la bandiera della sua Juventus. Ieri è stato il turno del sindaco di centrodestra Elvy Bentani, che ha incaricato gli operai del Comune di esporre una bandiera dell’Inter nuova fiammante, cucita in questi giorni per celebrare il ventesimo scudetto nerazzurro. Un drappo gigante, con i colori della squadra disposti a scacchiera e una fascia verticale con il tricolore e le tanto agognate due stelle gialle. Una visione celestiale per ogni interista che si dica tale. La bandiera è stata donata al sindaco dall’Inter club di Solesino e, di fronte a un simile gesto, il tifoso Bentani ha deciso di ringraziare a modo suo: mettendola in bella mostra all’esterno del municipio. 
Anche se è stata affissa dalla parte opposta delle bandiere istituzionali, nel sito della Presidenza del consiglio dei ministri è riportato a chiare lettere che non si possono esporre sugli edifici pubblici «vessilli privati o di parte». 

LA POLEMICA

Ma se la fede juventina di don Marino aveva al massimo sollevato qualche sfottò, contro Bentani si è scagliata l’opposizione. I rappresentanti di Solesino Progresso, lista civica di centrosinistra, si dicono sbigottiti: «Non so se siamo davanti ad un vilipendio, ma sicuramente alla mancanza di rispetto di un luogo istituzionale qual è il municipio, del buon gusto e della decenza - tuona il consigliere comunale Andrea Garavello -. Un sindaco dovrebbe contraddistinguersi e offrire sempre buon esempio e disciplina istituzionale. Comportamenti così superficiali non si erano mai visti. La casa del Comune è la casa di tutti, ma per l’ennesima volta Bentani scambia la "cosa pubblica" per "cosa propria"». 
Polemiche che non hanno scalfito minimamente il pirotecnico sindaco: «Se questi sono gli unici argomenti rimasti alle minoranze per attaccarmi, vuol dire che è gente arrivata alla frutta. E in ogni caso pure don Marino ha esposto una bandiera della Juve. Eppure anche la chiesa sarebbe la casa di tutti». 
Sul fronte interno, nessuna spaccatura: «Tutti i componenti della giunta sono interisti.

Forse solo uno è milanista, ma non lo dichiara pubblicamente. Quand’anche fosse, sono troppo felice. Dopo anni di sofferenze, l’Inter vince e, sportivamente, le rendiamo onore. Nessuno sfottò verso le tifoserie avversarie. Sono abituato a vivere il calcio come momento distensivo e un’occasione per staccare dai pensieri più pesanti». Facile a dirsi, quando tifi per una squadra che, nel campionato di serie A ancora in corso, ha giocato 33 partite vincendone 27.

LE PROMESSE

«La passione per l’Inter mi è nata da bambino - racconta il sindaco -. In famiglia erano tutti tifosi nerazzurri e la mia fede calcistica è nata là. Da quando sono diventato sindaco, vedo la questione da una prospettiva diversa. Speravo quasi che il derby di lunedì sera finisse in pareggio perché temevo scontri. Ci sono in giro un bel po’ di scellerati che non capiscono che lo sport è una scuola di vita». Quanto alla bandiera, «a fine stagione la toglieremo. È lì giusto per farci gioire un po’». 
Anche perché don Marino ha già lanciato un monito: «Se il sindaco non la leva, la farò ammainare io. Ora aspetto la Juve in finale di Coppa Italia. Se vince, suonerò le campane a festa». E se perde? «Le suonerò a morto».

Ultimo aggiornamento: 17:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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