Omicidio a Villafranca. Resta il dubbio del movente: un passaggio in auto negato o il ritorno di vecchi screzi

Eseguiti i test tossicologici per capire se il 34enne omicida fosse alterato

Lunedì 29 Aprile 2024 di S.d.s.
Giacomo Friso

VILLAFRANCA PADOVANA (PADOVA) - Se la dinamica del delitto di Villafranca è ancora al vaglio ma sostanzialmente ricostruita nei suoi punti salienti, a restare dubbio è il movente. Lo scontro tra Giacomo Friso e Michael Boschetto è nato perché il primo, a causa di attriti avuti in passato, si è presentato dal vicino aggredendolo, oppure è scaturito come ritiene più di qualcuno in paese da una delle pressanti richieste del Friso di ottenere un passaggio in auto rifiutato dalla vittima? O il motivo è un altro ancora?

È su questo punto che si concentreranno nelle prossime ore le indagini.


Il punto

Da sabato sera Giacomo Friso si trova nel carcere Due Palazzi di Padova, dopo essere stato arrestato con l'accusa di omicidio. Nelle ore successive al delitto avrebbe avanzato delle parziali ammissioni, ma rimane ora a disposizione dell'autorità giudiziaria e in attesa dell'interrogatorio di garanzia.

Fondamentale sarà cristallizzare la sua versione dei fatti, dal momento che all'omicidio non avrebbero assistito altre persone.


Lo stato psicofisico

E un altro punto da chiarire è lo stato psicofisico in cui il 34enne si trovava alle prime luci dell'alba di sabato, quando si sarebbe presentato alla porta del dirimpettaio. All'ospedale è stato sottoposto ai test tossicologici, che confermeranno o smentiranno l'ipotesi che prima di quel momento potesse avere assunto sostanze alcoliche o stupefacenti. Quel che al momento è certo è che svariati testimoni in paese hanno descritto Friso come «fuori di sé» e particolarmente aggressivo da almeno due giorni e mezzo prima del delitto. Il 34enne, che ha una travagliata storia personale di dipendenza dagli stupefacenti, ha trascorso gli ultimi due anni in una comunità di recupero nel Vicentino. Nei giorni scorsi ne è però uscito, facendo poi ritorno a Villafranca e dunque nell'abitazione di via Gomiero dove viveva da solo fin da ragazzo, dopo la morte della madre e della nonna. A partire da mercoledì sera sarebbe stato visto più volte in paese con fare aggressivo, mostrando addirittura di avere con sé un coltello e arrivando a mettere le mani al collo di un compaesano. Giovedì sera aveva creato problemi in un bar di Camisano Vicentino per uno spritz negato, aggredendo anche i carabinieri e venendo denunciato: a detta dei testimoni e dei titolari del locale era visibilmente alterato.


I punti ancora da chiarire

E se davvero fosse stato alterato, non si potrebbe escludere che Boschetto sia stato una vittima casuale, reo soltanto di screzi passati e della vicinanza all'abitazione del suo assassino. Ma se il movente resta nebuloso, altrettanto lo è la questione legata all'arma del delitto. Nel cortile di casa di Friso gli inquirenti hanno sequestrato due coltelli da cucina su cui sono in corso accertamenti. Bisognerà innanzitutto capire se siano stati usati entrambi o soltanto uno. E poi c'è da chiarire se, quando si è presentato alla porta di Boschetto, il 34enne avesse già con sé la lama (visti anche gli avvistamenti dei giorni precedenti), se l'avesse portata già con l'idea di aggredire il 31enne vicino di casa o se, ancora, la possa essere andato a recuperare dopo la lite e la scazzottata avuta con la vittima, anche se quest'ipotesi al momento sembra meno probabile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci