ALTA PADOVANA - Il commento offensivo scritto nella chat di lavoro a un collega, è costato a un 50enne una incriminazione per diffamazione aggravata dall'odio razziale. E già, perché l'operaio ricoperto di insulti è un uomo di colore. "N...sottosviluppato di m...". Ha scritto via Whatapps con il suo smarthpone a decine di altri lavoratori della stessa azienda. Un messaggio poco gradito dai tanti presenti nella chat e anche dal diretto interessato, che ha presentato denuncia ai carabinieri.
La chat è diventata uno sfogatoio e tutti i partecipanti hanno rilasciato i loro commenti. A volte anche molto duri, ma mai offensivi. Fino a quando nel gruppo Whatsapp è intervenuto a gamba tesa il 50enne. Il suo bersaglio preferito, già dai primi scritti, è stato il collega di colore. L'operaio africano, intuito come poteva andare a finire, si è tolto dalla chat. E proprio quando lui ha abbandonato il gruppo di lavoro, il 50enne ha sferrato l'attacco finale. "N...sottosviluppato di m...".
Ma se il diretto interessato non ha potuto leggere perché uscito dalla chat, il messaggio a dir poco offensivo gli è stato girato da un altro collega di lavoro. A questo punto non ha più accettato di essere insultato con frasi di stampo razzista e ha deciso di rivolgersi ai carabinieri. Ai militari ha consegnato quel messaggino a dir poco offensivo e ha presentato denuncia per diffamazione aggravata dall'odio razziale. E così sono scattate le indagini coordinate dal pubblico ministero Silvia Golin.
Gli inquirenti, dopo avere sentito anche la versione del 50enne, hanno acquisito parte dei messaggini all'interno della chat di lavoro. Gli investigatori hanno anche chiamato in caserma alcuni colleghi di lavoro della presunta vittima, per ascoltare la loro versione sull'accaduto. Pochi giorni fa la Procura ha chiuso l'inchiesta e ora l'operaio 50enne rischia di essere rinviato a giudizio. L'eventuale condanna, per questo tipo di reato, va da un minimo di tre mesi a un massimo di sei anni di reclusione.