L'onda lunga della Brexit continua a far sentire i suoi effetti. Londra ha respinto al mittente la proposta avanzata dalla Commissione europea per arrivare a un accordo sullo scambio di giovani destinato a ripristinare - limitatamente agli under 30 e solo a determinate condizioni - una sorta di area di libera circolazione.
L'annuncio
«Non introdurremo un programma di mobilità giovanile a livello europeo», ha detto il portavoce di Downing Street. «La libera circolazione all'interno dell'Ue è stata interrotta e non è prevista la sua reintroduzione». Da quando la Brexit è diventata operativa numerosi sono stati gli appelli lanciati da personaggi di spicco e organizzazioni varie delle due sponde della Manica per il raggiungimento di intese che, soprattutto nel campo della ricerca e della formazione, riuscissero a superare le barriere venutesi a creare. Lo scorso primo gennaio, ad esempio, il Regno Unito è tornato a far parte di Horizon Europe con lo status di Paese associato. Questo permetterà ai ricercatori britannici di partecipare al programma di ricerca e innovazione dell'Unione alle stesse condizioni dei ricercatori degli altri Paesi associati e di avere accesso ai finanziamenti europei. Cosa che invece non si è verificata per Erasmus, il programma che consente agli studenti di fare un'esperienza in un altro Paese. Londra ha deciso di non aderire all'ultima versione dell'iniziativa - quella operativa nel periodo 2021-2027 - perché l'ha ritenuta economicamente non vantaggiosa. Forse è anche alla luce di questa situazione che Bruxelles ha proposto un nuovo progetto per favorire la reciproca mobilità giovanile consentendo, a chi lo volesse per motivi di studio o di lavoro, di poter soggiornare per quattro anni nel Paese prescelto. Niente da fare.
Cosa cambia ora
Londra ha detto no a questa ipotesi lascando però la porta aperta a intese bilaterali con singoli Paesi in una logica utilitaristica che è poi stata sempre la cifra dei rapporti del Regno Unito - campione nel collezionare i famosi opt out, da quello sulla moneta unica a quello sulle politiche sociali - con l'Unione europea. Con le elezioni in vista entro l'anno, anche i laburisti si sono sostanzialmente allineati, seppure con qualche distinguo, alla posizione del governo conservatore. Il partito di opposizione ha escluso la possibilità di un programma a livello europeo, affermando però che cercherà di migliorare le relazioni di lavoro del Regno Unito con l'Ue entro le sue linee rosse: nessun ritorno al mercato unico, all'unione doganale o alla libera circolazione.