Per la prima volta una delle donne rapite da Hamas il 7 ottobre e portata a Gaza, dove poi venne rilasciata a fine novembre con i primi scambi di ostaggi, Amit Soussana, avvocata israeliana, è riuscita a raccontare al mondo le violenze sessuali reiterate di cui è stata vittima durante la dura prigionia.
La violenza
L'uomo le chiedeva ripetutamente quando le sarebbero venute le mestruazioni. Quando le mestruazioni finirono, intorno al 18 ottobre, l'uomo di nome Muhammad, l'ha aggredita. Ha lasciato che entrasse in bagno per lavarsi nella vasca per poi entrare impugnando una pistola e puntandogliela alla fronte. Dopo averla colpita e l'ha costretta a togliersi l'asciugamano poi la ha trascinata in una stanza ricoperta di immagini dei cartoni animati SpongeBob.
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La forza di parlare
Soussana ha spiegato di aver deciso di parlare solo ora, forzando se stessa, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla situazione degli ostaggi che sono ancora a Gaza, il cui numero è stato stimato in oltre 100, tra cui 19 ragazze. Dopo il suo rilascio Soussana ha riferito della violenza sessuale con una ginecologa israeliana, la dottoressa Julia Barda, e con un'assistente sociale, Valeria Tsekhovsky. Soussana ha parlato anche con il team delle Nazioni Unite che ha pubblicato il rapporto sulla violenza sessuale