Chi ha rapito la piccola Kata nell’ex hotel Astor voleva vendicare il tentato omicidio di Santiago Manuel Medina Pelaez, uno degli abusivi che abitava nella stessa struttura sgomberata ieri su ordine del Tribunale di Firenze.
Kata scomparsa a Firenze: via allo sgombero dell'ex hotel Astor, il pm: sequestro preventivo
IL DEGRADO ECONOMICO
I due fascicoli fanno parte di un’unica inchiesta, alla quale fa da corollario l’indagine per invasione e occupazione abusiva del palazzo alla periferia nord di Firenze, «a carico di persone al momento ancora da identificare». Che, poi, altro non sono che le famiglie sgomberate ieri. La scelta di farle traslocare è dettata «dal pericolo che il protrarsi della condotta criminosa, impedendo i necessari e urgenti lavori di ristrutturazione e messa a norma dell’edificio occupato, agevoli o protragga le conseguenze del reato contestato o agevoli la commissione di altri reati», si legge nel decreto di sequestro preventivo. «Come evidenziato dal pubblico ministero, le persone che attualmente dimorano abusivamente nell’hotel Astor - spiega il gip - vivono in condizioni di assoluto degrado economico, e alcuni fanno spesso uso di sostanze alcoliche, che portano anche a episodi criminosi, che hanno come luogo cardine tale struttura alberghiera, come testimoniato dagli accadimenti conseguenti al tentato omicidio di Santiago Manuel Medina Pelaez».
LE DENUNCE
Carlo Vadi, amministratore unico e legale rappresentante della società Pax srl (proprietaria dell’hotel Astor), lo scorso 19 settembre aveva denunciato alla polizia che l’edificio era stato nuovamente occupato, nonostante avesse fatto «puntellare le porte di ingresso e installare del filo spinato lungo il muro perimetrale». Lo stabile, come aveva spiegato il proprietario, era privo di allacci ad acqua, gas ed elettricità, senza la certificazione anti-incendi e quindi «non era agibile né visitabile». Nonostante questi accorgimenti, 17 nuclei familiari censiti il 17 novembre scorso - composti da 54 persone, tra cui 19 minorenni - avevano preso possesso del palazzo di via Maragliano; un tempo inserito anche nel sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. L’albergo, chiuso a causa della crisi del turismo legata al Covid, nelle intenzioni di Vadi avrebbe dovuto riaprire lo scorso febbraio, ma gli occupanti abusivi (che nel frattempo sono più che raddoppiati) lo hanno impedito. E quelle stanze sono diventate “teatro” di una serie di crimini, fino al tragico rapimento di Kata. Da qui l’urgenza di sgomberarlo e perlustrarlo in ogni anfratto, grazie ai mezzi tecnologici dei carabinieri. «Nel caso in esame il pericolo descritto appare reale e concreto - conclude il giudice delle indagini preliminari - sia con riferimento alla totale assenza di minimi livelli di sicurezza e di igiene, sia relativamente alle conseguenze della distribuzione illecita degli spazi tra gli occupanti».