Picchia e minaccia di morte i genitori davanti al fratellino. Voleva i soldi per la droga

Domenica 9 Dicembre 2018 di Teodora Poeta
Picchia e minaccia di morte i genitori davanti al fratellino. Voleva i soldi per la droga
Si chiudevano a chiave nelle stanze di casa per sfuggire alle aggressioni di un figlio violento che ha terrorizzato madre e padre anche alla presenza del fratello minore. Episodi di maltrattamenti familiari che, a Teramo, si sarebbero ripetuti per anni secondo i genitori che alla fine, quando non ce l’hanno fatta più a sopportare, hanno denunciato tutto alle forze dell’ordine, facendo scoprire così una storia agghiacciante. Ripetuti maltrattamenti che quel figlio 23enne, con problemi di tossicodipendenza, gli infliggeva tra le mura domestiche.

Con un decreto di giudizio immediato, di fronte a quella che secondo l’accusa è l’evidenza della prova, il giovane l’altro giorno è finito a processo dove gli viene contestata l’aggravante di aver commesso il fatto in presenza di minori. Lo scorso luglio nei suoi confronti è scattata la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare dopo la denuncia e le successive indagini che in breve tempo hanno stretto il cerchio attorno a lui. Secondo l’accusa anche di fronte al fratello minore avrebbe avuto comportamenti violenti ed ingiuriosi nei confronti dei genitori con i quali viveva, a tal punto da averli prevaricati e vessati. Si parla di richieste continue di soldi dovute alla sua tossicodipendenza, ma in casa il giovane era arrivato a rubare anche oggetti di valore per poi rivenderli e comprarsi la droga con il ricavato. E quando i genitori provavano a reagire ai suoi modi in casa, lui era ancora più aggressivo, sia verbalmente, sia fisicamente.

Nella richiesta di rito immediato, si fa preciso riferimento a schiaffi e spintoni, ma anche a porte sfondate e prese a calci. Il 23enne più volte avrebbe pure minacciato i genitori di morte, «costringendoli a chiudere a chiave le porte di varie stanze per evitare ulteriori aggressioni e sottrazioni di beni», si legge. Una vita d’inferno per i due poveri genitori e il fratello minore costretto ad assistere, durata quantomeno dal 2015 fino al momento dell’allontanamento. Anni in cui, come ha scritto il pm, i suoi cari sarebbero stati resi «vittime di gravi mortificazioni e violenze». Nel silenzio delle mura domestiche che ovattava il dolore di una famiglia in cui probabilmente anche l’odierno imputato era vittima di sé stesso proprio perché dipendente dalla droga. L’altro giorno si è aperto il processo a suo carico, a difenderlo l’avvocato Tiziano Rossoli.
Ultimo aggiornamento: 11:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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