James Cameron ha completato 33 immersioni al relitto del Titanic. Domenica, quando il sommergibile di OceanGate è scomparso, era su una nave. Solo lunedì ha saputo le notizie. «Ho sospettato immediatamente che potesse essere un disastro - ha detto il regista di Titanic alla Bbc - e ho sentito nelle mie ossa quel dolore. Ho chiamato subito alcuni dei miei contatti nel mondo dei sommergibili.
Il parallelo con il Titanic
Impossibile non nominare il Titanic: «Sapevo che quel sottomarino si trovava esattamente sotto la sua ultima profondità e in una posizione nota. Era esattamente dove l'hanno trovato. Come il Titanic, ora abbiamo un altro relitto che purtroppo si basa sugli stessi errori di non prestare attenzione agli avvertimenti. OceanGate era stato avvertito dei pericoli. Tanto che alcune persone che lavoravano lì si sono licenziate». Il regista racconta che a OceanGate era arrivata una lettera in cui si diceva che l'azienda stava andando incontro a una catastrofe.
Cameron non è il primo a sollevare dubbi sulle operazioni dell'azienda turistica. Una lettera inviata a OceanGate dalla Marine Technology Society (MTS) nel marzo 2018 e ottenuta dal New York Times affermava che «l'attuale approccio "sperimentale" adottato da OceanGate potrebbe portare a esiti negativi (da minori a catastrofici)». In più, i documenti del tribunale statunitense mostrano che un ex dipendente di OceanGate ha avvertito di potenziali problemi di sicurezza con la nave già nel 2018. I documenti mostrano che David Lochridge, direttore delle operazioni marittime della compagnia, ha sollevato preoccupazioni in un rapporto di ispezione.