Harry e Meghan, no alla scorta quando viaggiano a Londra. Lui insiste: «Ma il Regno Unito è casa mia»

L'ultima volta che il principe è venuto in Europa per visitare Re Carlo dpo la diagnosi di tumore si è pagato un servizio di protezione privato

Lunedì 15 Aprile 2024
Harry e Meghan, confermato il no alla scorta quando viaggiano a Londra. Lui: «Ma il Regno Unito è casa mia»

È ufficiale: il principe Harry non può avere la scorta quando torna Londra. È stato respinto l'appello che conferma il no alla scorta per Harry e Meghan

La giustizia britannica ha negato oggi l'ammissibilità di un ulteriore appello presentato dal principe ribelle Harry contro il rifiuto del governo di continuare a garantire a lui e alla sua famiglia una scorta di polizia automatica durante i soggiorni nel Regno Unito.

Harry e Meghan: confermato il no alla scorta 

La decisione si accompagna alla conferma di un verdetto del febbraio scorso contro il suo iniziale ricorso, nell'ambito di un procedimento legale in corso da mesi, e all'ordine di pagamento delle spese legali nei confronti del secondogenito di re Carlo III e della defunta lady Diana. Il no alla scorta era stato fissato dal ministero dell'Interno in seguito all'abbandono del suo ruolo di membro senior "attivo" della famiglia reale imposto dopo il traumatico strappo del 2020 e il trasferimento con la consorte Meghan Markle negli Usa. E il punto è proprio questo: non fa più parte della Royal family.

Perciò non può godere dei privilegi derivanti da quell'appartenenza. 

Mentre un verdetto parallelo aveva già negato a Harry anche la possibilità di pagare di tasca propria la polizia per garantirsi "la sicurezza familiare" in patria, respingendo l'idea che egli potesse avere diritto allo stesso livello di tutela pubblica dovutogli fino al 2020, salvo eventuali situazioni specifiche da valutare di volta in volta da parte delle autorità.

Harry aveva provato a convincere il giudice a riaprire il caso di fronte alla Corte d'Appello di Londra in una dichiarazione scritta letta dai suoi avvocati: "Il Regno unito - vi si legge - è casa mia ed è cruciale come parte del retaggio dei miei figli; ma non è possibile (frequentarlo) se non ne viene garantita la loro sicurezza. Io non posso mettere neppure mia moglie in pericolo e, date le mie esperienze di vita, sono riluttante anche a mettere me stesso a rischio senza necessità". Il duca di Sussex nei suoi più recenti viaggi nel Regno (inclusa la visita lampo fatta a suo padre, poche ore dopo essere stato informato del cancro diagnosticato al 75enne re Carlo, e in attesa di un nuovo passaggio a maggio per gli Invictus Games) si è fatto proteggere privatamente.

La questione della sicurezza - da possibili minacce varie, come dalle intrusioni attribuite a tabloid e paparazzi - è un tema molto sensibile per Harry, traumatizzato fin da bambino dalla vicenda di sua madre Diana (con la quale condivide non pochi tratti di carattere), culminata nel tragico incidente mortale del tunnel dell'Alma, a Parigi, nel 1997, in fuga da un ultimo inseguimento notturno di fotografi. Parallelamente al ricorso sulla scorta, il fratello minore dell'erede al trono William sta portando avanti del resto battaglie legali in serie contro i maggiori giornali della stampa popolare britannica sensazionalista (regolarmente ostili a lui e a Meghan), nell'ambito delle quali ha già ottenuto, al contrario, alcune significative vittorie di fronte ai tribunali dell'isola.

Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 20:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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