Come in un mosaico prende sempre più forma la riforma dei bonus edilizi che, con molta probabilità, il governo presenterà con la prossima legge di Bilancio.
LA STRATEGIA
L’urgenza deriva dal fatto che pesa l’eredità del Superbonus, con un costo che ha sfondato la soglia dei 160 miliardi di euro e che taglia i margini anche alla prossima manovra, dove il governo avrà non poche difficoltà a confermare misure come il cuneo fiscale o allargare il taglio delle tasse. Invece «sull’utilizzo fraudolento» dei crediti, sempre ieri in Senato il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha spiegato: «Sui bonus edilizi abbiamo intercettato insieme alla guardia di finanza truffe per circa 15 miliardi di euro: di questi, grazie ai nostri controlli preventivi, 6,3 miliardi di euro sono stati individuati e scartati prima che si realizzassero le frodi; 8,6 miliardi sono invece stati oggetto di decreti di sequestro da parte dell'autorità giudiziaria». Dall’Agenzia fanno notare che queste cifre sono state “congelate” prima di entrare nel circuito economico. Lo stesso Ruffini, poi, ha fatto sapere che sono state inviate «le prime contestazioni per recuperare le compensazioni del superbonus», mentre con ulteriori verifiche si andrà «all'emissione di altri atti di recupero nei confronti dei responsabili». Invece ammonterebbero a 100 milioni le truffe relative ai crediti Ace.
LA GOVERNANCE
Tornando alla riforma delle agevolazioni, Spalletta ha spiegato che con la nuova governance fiscale europea non sono più compatibili «meccanismi dello sconto in fattura e della cessione del credito». Non a caso, il Mef ha dovuto inserire - come nell’ultimo decreto Superbonus presentato da Giorgetti nel marzo scorso - una serie di paletti, limitando al minimo le esenzioni, come nel caso di chi ha già fatto partire i lavori e delle opere nei comuni delle aree sismiche. Paletti che però avranno un impatto negativo minore a quello paventano. «La percentuale di lavori completati - ha segnalato Spalletta - è stata finora del 95,2%: ne consegue che circa il 5% dei lavori verrà probabilmente completata nel 2024 con l’aliquota ridotta del 70%». E sempre guardando al futuro, il presidente delle commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia, suggerisce «un maggiore coinvolgimento dei Comuni nelle verifiche». Ipotesi che piace anche a Ruffini.